mercoledì 22 novembre 2017

L'ALCHECHENGIO, un lanternino acceso nell'orto di fine estate.

 
Egon Schiele, Autoritratto con alchechengi
I colori della collina autunnale ci compensano della lenta ma continua riduzione della luce solare diurna ed è un' incredibile sorpresa, ogni anno come un regalo inatteso, quando nell'orto di campagna e lungo la piccola siepe del muretto di casa, in mezzo al fogliame già cadente, cominciano a spiccare intensamente quei lanternini di un bell'arancio vivo che ci restituiscono l'illusione dell'estate piena anziché agli sgoccioli.
Sono gli straordinari frutti dell'Alchechengio o Alicacabo (l'halikakabos descritto da Dioscoride) o Chichingero, dall'arabo al-kakang o lanterna cinese. Physalis Alkekengi nella dizione scientifica, 'fusalis' ovvero 'bolla' o 'vescica' che, proprio in attinenza alla forma ma soprattutto alle sue proprietà, viene anche denominata Vescicaria, indicata nella medicina naturale proprio come depurativo delle vie urinarie, soprattutto per chi soffre di gotta, renella o calcoli renali, nonché come antiossidante e fonte di vitamine.
E' una Solanacea, come il pomodoro e la patata, ma la sua unica parte commestibile è la bacca autunnale, piccola, tonda e lucida, di colore intenso, avvolta nell'involucro a palloncino cui si confà il delizioso termine francese di 'amour-encage' ovvero 'amore in gabbia'. Anche nota per la sua forma come ciliegia d'inverno, cérèy'so d'amour, cérèy'so dis jusioous (Mistral) e, sempre in Provenza, 'érbo di serp'. Forse quest'ultima in riferimento alla sua radice rizomatosa che striscia sotto terra con grande vigore propagando la pianta di anno in anno.
Il fiorellino bianco e poco appariscente, spesso confuso con quello della fragola, sboccia tra primavera e estate a seconda dell'altitudine. Ma il culmine dell'esuberanza di questa pianta molto decorativa si esprime proprio in ottobre quando le bacche colorate, racchiuse nel lampioncino cartaceo rosso-arancio, evocano un'incredibile festa di luce esorcizzando l'arrivo dei mesi più bui.
Come sostengono la Cromologia o psicologia del colore, nonchè la Cromoterapia, già nota fin dagli antichi Egizi per la cura di alcuni disturbi psicosomatici attraverso applicazioni di luce colorata, le tonalità calde dei rossi, gialli o aranciati, stimolano emozioni che aumentano la tonicità dell'organismo. Migliorano infatti l'attività muscolare e quella circolatoria, regolatrici di pressione sanguigna, frequenza cardiaca e respiratoria, con un buon incremento dell'energia vitale, proprio quella che in autunno tende invece normalmente a regredire all'unisono con il letargo della natura.
Molto usati come decorazioni ornamentali nelle ricorrenze di Hallowen e un po' più in là nelle festività natalizie per la vivacità del loro colore benaugurale, i Palloncini, altro nome con cui sono conosciuti gli alchechengi, se essiccati a testa in giù e privati delle foglie durano per lungo tempo e regalano a mazzi e composizioni un tocco di stile.
Apprezzati dagli artisti li troviamo in molti quadri che raffigurano 'Nature morte'. Il pittore viennese Egon Schiele, tra i principali esponenti dell'espressionismo, accostò un ramo di alchechengi al suo volto, forse una metafora, nel celebre ed inquietante 'Autoritratto' del 1912.
In Francia al momento della vendemmia si preparava, con le stesse modalità del vino d'uva, un vino d'Alchechengi dal gusto gradevole e dalle comprovate proprietà diuretiche.
Il sapore delle bacche ricchissime di vitamina C (ne contengono circa il doppio del limone), a metà tra quello dei lamponi e degli agrumi, non sempre è gradito perché un po' aspro quando i piccoli frutti non sono ancora del tutto maturi. Diventa invece una prelibatezza in abbinamento con il cioccolato fondente.
Il procedimento, piuttosto semplice, consente persino il 'fai da te' casalingo. Per servire uno squisito dessert si può scegliere di intingere direttamente i piccoli frutti a ciliegina nel cioccolato già precedentemente sciolto (un po' come per la bagna cauda è meglio se si fa in compagnia) tenendoli per il calice risvoltato in su in modo da non scottarsi.
Oppure, raffreddati, trasformarli in deliziosi dolcetti al cioccolato da disporre su un piatto a mo' di bon bon in vista delle festività di fine anno. Sublime per chi ama gusti esotici e sapori insoliti.