mercoledì 31 gennaio 2018



 Quest'anno il cespuglio di rosmarino addossato alla roccia esposta a sud, sopra la casa di Fifina, è già tutto blu di fiori. Qui in Liguria si sa che i tempi di fioritura sono spesso anticipati a febbraio o marzo, ma trovarlo adesso, insieme alla dorata grazia delle mimose invernali, le 'Gauloises', con emozionanti cromie che rimandano alla grande pittura degli Impressionisti, a gennaio mi sembra davvero eccezionale.


IL ROSMARINO profuma l' anima della terra.

La forza del Rosmarino - che sta bene nell'orto e nel giardino - è la straordinaria capacità di troneggiare, selvaggio o coltivato che sia, in diversi ambienti accontentandosi di terreni aridi purché soleggiati. Il suo habitat originario è marino, da cui il nome 'rugiada di mare' o 'rosa marina', ma non c'è orto collinare o montano che non lo veda sovrano purché ben esposto al sole e al riparo dal freddo, magari accostato a un muretto o nel cortile vicino alla soglia domestica. In questo caso tradizione vuole che l'esplicito messaggio a chi passa sia: 'in questa casa comandano le donne'.
In vaso o in piena terra l'arbusto perenne spicca con regale eleganza per la graficità delle lucide e lineari fogliette di un bel verde scuro, e per il portamento altero dei suoi piccoli rami, eretti o striscianti che siano. Affascinante e sinuoso quando riveste muri a secco in campagna o nelle profumate siepi dove le sommità di minute corolle azzurro-blu, mescolate a rose e ginestrelle con cui nelle zone alte condivide il periodo di fioritura tra maggio e giugno, creano odorose combinazioni di grande fascino.
Anticamente, con straordinaria capacità visionaria, si pensava che il penetrante profumo del Rosmarino contenesse 'l'anima della terra', perciò i terreni in cui esso proliferava erano considerati sacri e protetti da negatività di ogni tipo. Carlo Magno, nel “Capitulare de villis” dell'anno 812, lo fece elencare fra le 74 piante orticole da coltivare, ordinando di metterne di ogni specie nei poderi delle sue numerose regge.
Delle piante aromatiche e medicinali di più antica origine e provata efficacia 'Rosmarinus officinalis' ha ben meritato nel tempo il significato di 'balsamo consolatore' vista la molteplicità delle sue indicazioni per la cura di svariate affezioni: asma, bronchiti croniche, infezioni intestinali, epatismo, reumatismi, emicranie, vertigini e disturbi nervosi.
In quest' ultima prescrizione concorre a rafforzare il senso di identità e l'energia spirituale. E' la 'pianta del ricordo', di cui narrò poeticamente Shakespeare, ma recenti studi avvalorano le sue proprietà di migliorare la memoria, soprattutto quella a lungo termine: la cosiddetta 'memoria prospettica' utile per ricordare gli impegni futuri.
Delle Labiate, tra le altre specie che un po' gli assomigliano - issopo, lavanda, santoreggia - condivide le doti mellifere che conferiscono al prezioso prodotto dell'alveare un sapore particolarmente gradevole, del tipo ' miele di Narbonne', raccomandato dalla medicina popolare per 'rachitici, tisici e debilitati'. Pane, burro e miele, una golosa merenda e un ricostituente di cui noi, bambini del secolo scorso, abbiamo uno squisito ricordo.
Fresco o seccato 'l Rusmarin o Romarin, dal Piemonte alla Provenza, non ha eguali in cucina per i sughi e per insaporire selvaggina o ogni tipo di carne. Insuperabile con pesce, arrosti e bolliti, nel carpione e nel ragù, e in tutti quei piatti prelibati resi più leggeri e digeribili da quella sua inconfondibile nota di freschezza. Tuttavia proprio per il notevole aroma, ricco di canfore e resine che poco concedono ad altre spezie, si consiglia di usarlo 'con parsimonia'. Proprio per questa abbondanza di oli eterei, fin dalla notte dei tempi era bruciato come incenso disinfettante o per le preparazioni alchemiche degli 'elisir di eterna giovinezza'.
Simbolo di ''Vita eterna”, il sempreverde da sempre utilizzato per mantener freschi i cibi grazie alle comprovate proprietà antisettiche e antiossidanti dell'acido rosmarinico, nell'antichità veniva posto anche sulle tombe dei propri Cari.
Con il suo legno si sono realizzati, fino al Medio Evo, strumenti musicali come mandole e viole.
Nella tradizione popolare il rosmarino, insieme a Lavanda, Mentuccia e Iperico, è tra i principali ingredienti della rituale pozione che vien preparata, alla vigilia di San Giovanni durante il solstizio d'estate, mettendo a macero le erbe aromatiche in acqua sorgiva ed esponendole 'en plein air' all'energia cosmica di luna e stelle. Nel pensiero magico, l'Acqua o Rugiada di San Giovanni dona vitalità e fertilità a chi ne fa uso e, soprattutto alle donne, assicura bellezza e salute per l'intero anno a venire.