lunedì 18 novembre 2019

IN AUTUNNO IL COLORE DELLE FOGLIE





Lo chiamano 'foliage', un termine dal dolce suono onomatopeico - parrebbe francese invece il vocabolo è inglese - per raccontare la caduta delle foglie, quasi una metafora della stagione 'malinconica' che invita al silenzio e alla solitudine ma in cambio regala tempo per riflettere, meditare e creare. Fonte inesauribile di ispirazione poetica e artistica, da Van Gogh a Schiele, da Dante Alighieri ai Contemporanei, 'una foglia al vento che ondeggiando si allontana come un sospiro', evoca un desiderio di vagabondare nei boschi e nei giardini, ormai mete turistiche ambìte dove ammirare l'incantevole spettacolo della natura in metamorfosi e la caducità del tempo.
Frassini, Carpini, Aceri, Larici, Betulle, Ciliegi selvatici, Faggi e Ontani, un po' come succede alla fine della festa prima dell'ultimo scoppio dei fuochi d'artificio, nell'autunno che precorre la stagione del buio (sia del cielo che dell'anima perché la minor luce solare influisce negativamente su alcune sindromi depressive dette SAD), ci regalano un trionfo di colori da spiazzare la più vivace delle tavolozze.
La scienza ci ha spiegato che il colore non è una proprietà intrinseca dell’oggetto visualizzato ma nasce da impulsi di onde elettromagnetiche sulle cellule nervose dell'occhio e del cervello, attivate dall’intensità dell’illuminazione. Non tutti lo percepiamo allo stesso modo ed è difficile stabilire le reali differenze, da individuo a individuo, fintanto che esse non si acuiscano a tal punto, come nel caso del daltonismo, da rivelare oggettive problematiche nel distinguere una gradazione dall’altra, se non addirittura nello scambiare un colore per l'altro. Sappiamo anche che gran parte degli animali non sa cosa sia il colore o lo vede in altro modo rispetto agli esseri umani. Il perché le foglie da verdi diventino gialle o rosse, riguarda poi un processo dovuto alla diminuzione della clorofilla e all'aumento di pigmenti, operato dalla luce solare che regola il ciclo vitale dei vegetali. Carotenoidi e antociani a parte, Goethe scriveva :“agli uomini il colore dona grande diletto”, ponendo l’accento su uno degli aspetti più attrattivi di ciò che si osserva e si interiorizza.
La medicina popolare ha sempre utilizzato i colori per accrescere l'energia vitale o alleviare alcuni disturbi favorendo la guarigione dalle malattie. Oggi la ‘Cromoterapia’, che è una branchia avanzata dell'antica scienza naturale, se ne avvale ancora attraverso diversi metodi applicativi come l’irradiazione, la cromopuntura e la cromodieta, per stimolare le capacità autoriparatrici dell’organismo. In base al loro effetto i colori vengono definiti ‘caldi’ come il rosso, il giallo e l’arancione - che stimolano tonicità e energia - oppure ‘freddi’ come l’azzurro, l’indaco e il blu - che calmano e rilassano -. Il verde, colore della natura per antonomasia, viene collocato al centro dello spettro della luce e rappresenta il punto di equilibrio indispensabile al benessere. Ad ogni colore corrisponde poi uno stato emotivo da cui si deduce la tendenza inconscia di ciascuno in base all’analisi delle proprie preferenze, che possono cambiare nel corso dell'esistenza. Il Nero è il colore dei momenti di passaggio e di trasformazione: per questo gli adolescenti lo indossano con tanto accanimento. Il Bianco indica un desiderio di novità e cambiamento per superare legami costrittivi, il Verde caratterizza la perseveranza e la fiducia in se stessi, il Giallo favorisce la lucidità di coscienza, l’estroversione e i contatti emotivi. Il Blu assicura a chi lo usa un senso di calma, pace e appagamento mentre il Rosso, colore del sangue, risveglia la passione e accresce l’energia vitale.
Così, disvelando l’anima, il colore può riequilibrare l’armonia perduta, premessa necessaria al benessere psicofisico non solo di chi ha modo e tempo per vagare nella natura ma perfino di chi è costretto a vivere la maggior parte del tempo in un contesto urbano. Basterà un vaso di fiori, un manifesto o una parete dipinta, purché se ne catturi l'emozione e il messaggio con stupore e leggerezza, amorevolmente. 

(G.T. da 'Il Dragone' ottobre 2019)