Claudio Giunta
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Una poesia molto bella di Louise Glück, premio Nobel per la
letteratura 2020 (dall'antologia "Lettere al futuro")
Di Claudio Giunta
Con Nora Calzolaio e Bianca Barattelli (e molti altri aiutanti, a cominciare dalla redazione di DeAgostini Garzanti
Scuola) abbiamo fatto una antologia per il biennio delle scuole superiori. Si intitola "Lettere al futuro". La sezione
che s'intitola "10 poesie molto belle, più una" si apre con una poesia (molto molto molto bella, infatti) di Louise
Glück, che ha appena vinto il Nobel. Eccola, con un mini-commento molto didattico.
Louise Glück, Nostos
C’era un melo nel cortile –
saranno forse
quarant’anni fa – dietro,
solo prati. Ciuffi
di croco nell’erba umida.
Stavo a quella finestra:
fine aprile. Fiori di primavera
nel cortile del vicino.
Quante volte, davvero, l’albero
è fiorito nel giorno del mio compleanno,
il giorno esatto, non
prima, non dopo? L’immutabile al posto
di ciò che si muove, di ciò che evolve.
L’immagine al posto
della terra inarrestabile. Che cosa
so di questo luogo,
il ruolo dell’albero per decenni
preso da un bonsai, voci
che vengono dai campi da tennis –
Terreni. L’odore dell’erba alta, tagliata di fresco.
Quello che uno si aspetta da un poeta lirico.
Guardiamo il mondo una volta, da piccoli.
Il resto è memoria.
There was an apple tree in the yard --
this would have been
forty years ago -- behind,
only meadows. Drifts
of crocus in the damp grass.
I stood at that window:
late April. Spring
flowers in the neighbor's yard.
How many times, really, did the tree
flower on my birthday,
the exact day, not
before, not after? Substitution
of the immutable
for the shifting, the evolving.
Substitution of the image
for relentless earth. What
do I know of this place,
the role of the tree for decades
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