Quest'anno
il cespuglio di rosmarino addossato alla roccia esposta a sud, sopra
la casa di Fifina, è già tutto blu di fiori. Qui in Liguria si sa
che i tempi di fioritura sono spesso anticipati a febbraio o marzo,
ma trovarlo adesso, insieme alla dorata grazia delle mimose
invernali, le 'Gauloises',
con emozionanti cromie che rimandano alla grande pittura degli
Impressionisti, a gennaio mi sembra davvero eccezionale.
IL ROSMARINO profuma l' anima della terra.
La forza del Rosmarino - che
sta bene nell'orto e nel giardino - è la straordinaria capacità
di troneggiare, selvaggio o coltivato che sia, in diversi ambienti
accontentandosi di terreni aridi purché soleggiati. Il suo habitat
originario è marino, da cui il nome 'rugiada di mare'
o 'rosa marina', ma non c'è orto collinare o
montano che non lo veda sovrano purché ben esposto al sole e al
riparo dal freddo, magari accostato a un muretto o nel cortile vicino
alla soglia domestica. In questo caso tradizione vuole che
l'esplicito messaggio a chi passa sia: 'in questa casa comandano
le donne'.
In vaso o in piena terra l'arbusto
perenne spicca con regale eleganza per la graficità delle lucide e
lineari fogliette di un bel verde scuro, e per il portamento altero
dei suoi piccoli rami, eretti o striscianti che siano. Affascinante e
sinuoso quando riveste muri a secco in campagna o nelle profumate
siepi dove le sommità di minute corolle azzurro-blu, mescolate a
rose e ginestrelle con cui nelle zone alte condivide il periodo di
fioritura tra maggio e giugno, creano odorose combinazioni di grande
fascino.
Anticamente,
con straordinaria capacità visionaria, si pensava che il penetrante
profumo del Rosmarino contenesse 'l'anima della terra',
perciò i terreni in cui esso proliferava erano considerati sacri e
protetti da negatività di ogni tipo. Carlo
Magno, nel “Capitulare de villis” dell'anno 812, lo fece
elencare fra le 74 piante orticole da coltivare, ordinando di
metterne di ogni specie nei poderi delle sue numerose regge.
Delle
piante aromatiche e medicinali di più antica origine e provata
efficacia 'Rosmarinus officinalis' ha
ben meritato nel tempo il significato di 'balsamo
consolatore' vista la
molteplicità delle sue indicazioni per la cura di svariate
affezioni: asma, bronchiti croniche, infezioni intestinali, epatismo,
reumatismi, emicranie, vertigini e disturbi nervosi.
In
quest' ultima prescrizione concorre a rafforzare il senso di identità
e l'energia spirituale. E' la 'pianta del
ricordo', di cui
narrò poeticamente Shakespeare, ma recenti studi avvalorano
le sue proprietà di migliorare la memoria, soprattutto quella a
lungo termine: la cosiddetta 'memoria prospettica' utile per
ricordare gli impegni futuri.
Delle Labiate, tra le altre
specie che un po' gli assomigliano - issopo, lavanda,
santoreggia - condivide le doti mellifere che conferiscono
al prezioso prodotto dell'alveare un sapore particolarmente
gradevole, del tipo ' miele di Narbonne', raccomandato
dalla medicina popolare per 'rachitici, tisici e debilitati'.
Pane, burro e miele, una
golosa merenda e un ricostituente di cui noi, bambini del secolo
scorso, abbiamo uno squisito ricordo.
Fresco o seccato 'l Rusmarin o
Romarin, dal Piemonte alla Provenza, non ha eguali in
cucina per i sughi e per insaporire selvaggina o ogni tipo di carne.
Insuperabile con pesce, arrosti e bolliti, nel carpione e nel ragù,
e in tutti quei piatti prelibati resi più leggeri e digeribili da
quella sua inconfondibile nota di freschezza. Tuttavia proprio per
il notevole aroma, ricco di canfore e resine che poco concedono ad
altre spezie, si consiglia di usarlo 'con parsimonia'.
Proprio per questa abbondanza di
oli eterei,
fin dalla notte dei tempi era bruciato come incenso disinfettante o
per le preparazioni alchemiche degli 'elisir di eterna
giovinezza'.
Simbolo
di ''Vita
eterna”, il
sempreverde da sempre utilizzato per mantener freschi i cibi grazie
alle comprovate proprietà antisettiche e antiossidanti dell'acido
rosmarinico, nell'antichità
veniva posto anche sulle tombe dei propri Cari.
Con il suo legno si sono realizzati,
fino al Medio Evo, strumenti musicali come mandole e viole.
Nella tradizione popolare il rosmarino,
insieme a Lavanda, Mentuccia e Iperico, è tra i principali
ingredienti della rituale pozione che vien preparata, alla vigilia di
San Giovanni durante il solstizio d'estate, mettendo a macero le erbe
aromatiche in acqua sorgiva ed esponendole 'en plein air' all'energia
cosmica di luna e stelle. Nel pensiero magico, l'Acqua o
Rugiada di San Giovanni dona vitalità e fertilità a chi ne
fa uso e, soprattutto alle donne, assicura bellezza e salute per
l'intero anno a venire.
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