martedì 31 dicembre 2019
sabato 28 dicembre 2019
venerdì 20 dicembre 2019
giovedì 19 dicembre 2019
domenica 15 dicembre 2019
IL MAGICO AGRIFOGLIO DI BUON AUGURIO!
L'agrifoglio,
re del solstizio invernale, di buon augurio
E'
l'albero del solstizio invernale, Holly
King, così come la
quercia era la Signora dei mesi caldi, Oak
King.
Re
Agrifoglio che
simboleggia il sole al declino e Re
Quercia, il sole in
ascesa, entrambi protagonisti, in lotta l'uno contro l'altro, nella
festa celtica precristiana di Yule
il cui rituale consisteva, com'è probabile, in una veglia nella
notte più lunga dell'anno, dal tramonto all'alba successiva, per
essere certi e rassicurarsi che davvero il sole risorgesse ancora.
Agrifoglio, dal greco
'agria' letteralmente
'selvatico', detto
anche Aquifoglio,
Alloro spinoso
o Pungitopo maggiore,
in occitano ha moltissime dizioni che cambiano di luogo in luogo:
Agrevon, Agréu, Gréulo, Grevol. Grefol o Grifol, Grifou (Mistral,
Le Trésor). Houx in
franco-provenzale, in inglese Holly,
da cui prende il nome la celeberrima americanissima Hollywood -bosco
di agrifogli- mitica
città del cinema ( una magia anche questa...dei nostri tempi!). Per
il brillante color rosso delle sue vivaci bacche l'agrifoglio, fin
dai tempi dei Saturnali nell'antica Roma, intorno al 17 dicembre,
venne usato per riti propiziatori così come, a partire
dall'Irlanda, a Natale in tutto il mondo occidentale, un ramo di
agrifoglio è messaggio di pace e prosperità.
Inconfondibile
per le lucidissime foglie coriacee di un bel verde vivo, con o senza
spine a seconda dell'occorrenza! Recenti studi avvalorano infatti
l'ipotesi che sia la pianta stessa a scegliere, a seconda della
situazione, foglie più o meno spinose -o addirittura lisce-
variandole talvolta di ramo in ramo. Una 'risposta
molecolare alla pressione ambientale' come
efficace strumento di difesa dagli animali selvatici (National
Geographic). In
questo contesto l'agrifoglio, simbolo di fertilità e vitalità, per
i suoi aculei considerato uno 'scaccia-spiriti
maligni', in memoria
di ataviche usanze sacrali sopravvissute e rivisitate ancor oggi
nelle feste pagane, religiose e domestiche, nel mese di dicembre.
Così come la tradizione del ceppo natalizio, delle candele augurali
e delle luminarie, riti che ci consegnano ancor oggi un messaggio di
gioia e di speranza: il ritorno della luce che sembra sconfiggere
l'intensa oscurità stagionale e prefigura la prossima rinascita,
allontanando incertezza e sgomento nel momento in cui la vita si fa
più dura per il freddo ed il buio.
domenica 1 dicembre 2019
martedì 19 novembre 2019
lunedì 18 novembre 2019
IN AUTUNNO IL COLORE DELLE FOGLIE
Lo
chiamano 'foliage',
un termine dal dolce suono onomatopeico -
parrebbe francese invece il vocabolo è inglese
- per raccontare la caduta delle foglie, quasi una metafora della
stagione 'malinconica'
che
invita al silenzio e alla solitudine ma in cambio regala tempo per
riflettere, meditare e creare. Fonte inesauribile di ispirazione
poetica e artistica, da Van Gogh a Schiele, da Dante Alighieri ai
Contemporanei, 'una
foglia al vento che ondeggiando si allontana come un sospiro',
evoca un desiderio di vagabondare nei boschi e nei giardini, ormai
mete turistiche ambìte dove ammirare l'incantevole spettacolo della
natura in metamorfosi e la caducità del tempo.
Frassini,
Carpini, Aceri, Larici, Betulle, Ciliegi selvatici, Faggi e Ontani,
un po' come succede alla fine della festa prima dell'ultimo scoppio
dei fuochi d'artificio, nell'autunno che precorre la stagione del
buio (sia
del cielo che dell'anima perché la minor luce solare influisce
negativamente su alcune sindromi depressive dette SAD),
ci regalano un trionfo di colori da spiazzare la più vivace delle
tavolozze.
La
scienza ci ha spiegato che il colore non è una proprietà intrinseca
dell’oggetto visualizzato ma nasce da impulsi di onde
elettromagnetiche sulle cellule nervose dell'occhio e del cervello,
attivate dall’intensità dell’illuminazione. Non tutti lo
percepiamo allo stesso modo ed è difficile stabilire le reali
differenze, da individuo a individuo, fintanto che esse non si
acuiscano a tal punto, come nel caso del daltonismo, da rivelare
oggettive problematiche nel distinguere una gradazione dall’altra,
se non addirittura nello scambiare un colore per l'altro. Sappiamo
anche che gran parte degli animali non sa cosa sia il colore o lo
vede in altro modo rispetto agli esseri umani. Il perché le foglie
da verdi diventino gialle o rosse, riguarda poi un processo dovuto
alla diminuzione della clorofilla e all'aumento di pigmenti, operato
dalla luce solare che regola il ciclo vitale dei vegetali.
Carotenoidi e antociani a parte, Goethe scriveva :“agli
uomini il colore dona grande diletto”,
ponendo l’accento su uno degli aspetti più attrattivi di ciò che
si osserva e si interiorizza.
La
medicina popolare ha sempre utilizzato i colori per accrescere
l'energia vitale o alleviare alcuni disturbi favorendo la guarigione
dalle malattie. Oggi la ‘Cromoterapia’,
che è una branchia avanzata dell'antica scienza naturale, se ne
avvale ancora attraverso diversi metodi applicativi come
l’irradiazione, la cromopuntura e la cromodieta, per stimolare le
capacità autoriparatrici dell’organismo. In base al loro effetto i
colori vengono definiti ‘caldi’
come il rosso, il giallo e l’arancione - che stimolano tonicità e
energia - oppure ‘freddi’
come l’azzurro, l’indaco e il blu - che calmano e rilassano -. Il
verde, colore della natura per antonomasia, viene collocato al centro
dello spettro della luce e rappresenta il punto di equilibrio
indispensabile al benessere. Ad ogni colore corrisponde poi uno stato
emotivo da cui si deduce la tendenza inconscia di ciascuno in base
all’analisi delle proprie preferenze, che possono cambiare nel
corso dell'esistenza. Il Nero è il colore dei momenti di passaggio e
di trasformazione: per questo gli adolescenti lo indossano con tanto
accanimento. Il Bianco indica un desiderio di novità e cambiamento
per superare legami costrittivi, il Verde caratterizza la
perseveranza e la fiducia in se stessi, il Giallo favorisce la
lucidità di coscienza, l’estroversione e i contatti emotivi. Il
Blu assicura a chi lo usa un senso di calma, pace e appagamento
mentre il Rosso, colore del sangue, risveglia la passione e accresce
l’energia vitale.
Così,
disvelando l’anima, il colore può riequilibrare l’armonia
perduta, premessa necessaria al benessere psicofisico non solo di
chi ha modo e tempo per vagare nella natura ma perfino di chi è
costretto a vivere la maggior parte del tempo in un contesto urbano.
Basterà un vaso di fiori, un manifesto o una parete dipinta, purché
se ne catturi l'emozione e il messaggio con stupore e leggerezza,
amorevolmente.
(G.T. da 'Il Dragone' ottobre 2019)
(G.T. da 'Il Dragone' ottobre 2019)
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venerdì 8 novembre 2019
domenica 27 ottobre 2019
venerdì 25 ottobre 2019
martedì 22 ottobre 2019
lunedì 21 ottobre 2019
giovedì 17 ottobre 2019
Autunno in Alta Langa
"I colori dell'autunno sono meravigliosi come le persone che ne sanno cogliere l'intensità"
(Giuseppe Perri)
domenica 6 ottobre 2019
AUTUNNO in poesia
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora che passa e declina
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
Vincenzo Cardarelli
nel vento d'agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora che passa e declina
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
Vincenzo Cardarelli
sabato 5 ottobre 2019
venerdì 13 settembre 2019
domenica 1 settembre 2019
domenica 11 agosto 2019
mercoledì 31 luglio 2019
Domani è agosto...
AGOSTO
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.
La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.
Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.
La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.
Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.
Federico Garcia Lorca
domenica 7 luglio 2019
mercoledì 3 luglio 2019
lunedì 17 giugno 2019
Aspettando il Solstizio festa del fuoco,dell'aria,dell'acqua e della terra
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domenica 16 giugno 2019
Buona Domenica 'A Fil De Ciel'
Buona domenica cullata dai suoni occitani e dalla dolcissima voce di Rosella Pellerino
martedì 11 giugno 2019
ZOOGRAPHICO: Le erbe di San Giovanni
lunedì 3 giugno 2019
GIUGNO ALLARGA IL PUGNO
di Elsa Beskow (Stoccolma, 11 febbraio 1874 – 30 giugno 1953) illustratrice svedese e scrittrice di libri per bambini, molto conosciuta in Svezia.
domenica 12 maggio 2019
martedì 30 aprile 2019
lunedì 22 aprile 2019
domenica 21 aprile 2019
Torna il Papavero 'tutto seta e fuoco' a colorar la terra
Dopo
anni in cui se ne era persa traccia per colpa dei diserbanti, i rossi
papaveri sono tornati nuovamente a infestare festosamente i nostri
campi! Meno fitti e invasivi di quando eravamo bambini, e nemmeno
folti come li dipinse Monet (era il 1873) leggiadri e scossi dal
vento ad Argenteuil. Meglio che niente, purché il nostro amatissimo
papavero, il Papaver
rhoeas L.
“intensamente
semplice, intensamente floreale, tutto seta e fuoco”
come lo descrisse John Ruskin, sia di nuovo presente e
ci rassicuri che l'estate, nonostante i disastri climatici, è sempre
'la bella stagione'.
Assai
rari i papaveri bianchi o viola-rosati, rarissimi i gialli delle
specie
'P.alpinum',
sono invece i comuni papaveri selvatici a prendersi la scena tra
luglio e agosto. Con impalpabili corolle rosso fuoco a quattro larghi
petali macchiati di scuro dai tanti stami nerobluastri, ondeggiano
sui pelosi fusti colmi di lattice tingendo di allegria i terreni più
poveri e i campi assolati.
Anche
noti come rosolacci,
'li rousello fan faire de gros iòu i galino' si
diceva in Languedoc ai tempi di Mistral, e anche
paraplèu.
In occitano anche
'Donno'
(Sampeyre)
con alcune varianti nelle varie vallate alpine:
Dono, Madono
(Aisone),
Bela dona (Argentera),
Madonna, Madonne, Fiore della madonna (Chiomonte),
Dona (Entracque),
Cara madonno (Monte
Rosso Grana), Signora
(Novalesa),
Madone rosse (Oncino),
Madonne
(Piasco),
Madone (Villar
Pellice),
( Atlante Linguistico Canobbio & Telmon ).
A
Boves il 'guinness'
per la dizione più stramba:
Donapapala,
come
ci segnala il prezioso glossario di Fausto Giuliano e A.Ruiu. Forse
un ricordo della medicina popolare che proponeva il papavero come
blando decotto bechico e sedativo da mescolare perfino alla pappa dei
neonati per farli dormire quando in estate le donne dovevano lavorare
nei campi oltre a sbrigare le faccende domestiche. E proprio dal
celtico
'papa' sembra
origini il suo nome. Infatti tra le prerogative del Papavero
comune,
e non soltanto del tipo
P.
somniferum,
spontaneo
in Asia con proprietà narcotico-stupefacenti, vi è quella di
aiutare la distensione e indurre il sonno in chi ne faccia uso,
caratteristiche che l'hanno associato nell'immaginario popolare a
difetti quali pigrizia, misantropia e mollezza di carattere.
L'attribuzione di questa erbacea alla figura femminile si riferisce sicuramente alla
straordinaria fertilità del fiore che mediamente produce da
diecimila a ventimila semi, vitali per circa 40 anni, germinanti su
stimolo luminoso in autunno. Quanto al richiamo sacro alla Madonna
osserviamo come, in men che non si dica, boccioli e capsule di
papavero possono esser trasformati, con un po' di abilità manuale e
di fantasia, in graziose 'madonnine' . Talvolta per motivi ludici
(chi non ha mai giocato da piccolo a creare bamboline e ballerine
rovesciandone la corolla a mo' di gonnella per evidenziarne la capsula a busto di damina ?) e nelle tradizioni
folcloriche per addobbi ed ornamenti con funzioni apotropaiche.
Il
papavero non ha profumo ma dai suoi petali ricchi di antociani si
ricava una tintura rossa usata molto per i tessuti. Colore del fuoco
e simbolo del potere, stigmatizzato nella leggenda romana da
Tarquinio il Superbo che fece abbattere i papaveri più alti del suo
giardino quale monito verso i cittadini che avevano osato minare il
suo regno. Stessa strategia resa popolare molti secoli dopo nella
canzonetta “Papaveri
e papere”,
classificatasi al secondo posto al Festival di Sanremo del 1952, in
cui i politici vengono paragonati a 'papaveri'
che
'son alti, alti, alti'.
In cucina, luogo di poteri
meno arroganti e certo più intriganti, del papavero vengono usati i
minuscoli semi per aromatizzare pane e dolci oltre che per trarne,
dalla spremitura, un olio con notevoli qualità dietetiche. Anche le
foglie primaverili stufate costituiscono un originale ingrediente per
farcire sfiziose focacce e crèpes, oppure semplicemente come
raffinato contorno per carni o altro, ottimo sostituto dei più
affermati spinaci.
Apprezzabile seppur meno
noto è il delizioso liquorino fatto con petali di papavero e
cannella, gradevole da sorseggiare dopo una cenetta, possibilmente in
casa poiché digestivo ma lievemente soporifero.
Dall'ebook 'A SAN GIOVANNI TUTTE LE ERBE SONO SANTE'
sabato 20 aprile 2019
martedì 9 aprile 2019
giovedì 21 marzo 2019
sabato 9 marzo 2019
venerdì 8 marzo 2019
LA MIMOSA, ANNUNCIO DI PRIMAVERA, FESTEGGIA LE DONNE
“Con
minuto fiorire, gialla irrompe la mimosa” recita
Ungaretti. E'
il primo fiore che dalla Riviera giunge a noi, abitanti della fredda
zona pedemontana, come un segnale rassicurante: la primavera non
tarderà ad arrivare anche qui. Quel giallo oro che la
contraddistingue condensa, nelle piccole e globose infiorescenze, il
colore e l’energia solare che tanto ci sono mancati durante
l’inverno.
Popolarmente
note come mimose, raggruppate in soavi mazzetti per
la Festa
delle donne, i racemi fioriti provengono
invece dall'Acacia
dealbata,
sempre della numerosa famiglia delle Mimosacee,
originaria della Tasmania, presente nei giardini d’Europa solo dal
1820. Facile da coltivare nelle zone temperate, forte della sua
rusticità è ormai quasi spontanea in Provenza dove, per luce e
colore, è stata musa ispiratrice di tanti artisti.
Il suo
inconfondibile effluvio viene estratto per la maggior parte a Grasse,
capitale europea dei profumi. Là si produce un “assoluto
di mimosa”
usato nelle preparazioni dei più raffinati marchi francesi come il
celeberrimo Chanel n.5, reso mitico da Marilyn Monroe quando comunicò
al mondo di cospargersi con qualche goccia di quel 'parfum'
prima di coricarsi.
Chi
volesse bearsi dello splendore di queste piante, di cui esistono
centinaia di varietà, potrà percorrere i 130 chilometri lungo la
'Route
du
Mimosa'
nel
periodo della fioritura degli alberi, celebrato in Costa Azzurra
quasi come in Giappone l'Hanami
dei Ciliegi.
La strada
si snoda attraverso fragranti foreste e incantevoli paesaggi dove
fare tappa, tra Grasse e l'antico villaggio medievale di Bormes les
Mimosas.
Simbolo
di rinascita del ciclo vegetativo dopo la morte apparente
rappresentata dall'inverno, la mimosa è la pianta della resurrezione.
Icona
floreale per la Giornata
internazionale della donna,
nel dopoguerra proprio a Roma nacque l'usanza di regalarne un rametto
per la festa, così come si faceva il Primo maggio esibendo
all'occhiello l'emblematico garofano rosso. Il dono del rametto di
mimosa è
perciò
'made in Italy'.
dall'ebook 'A San Giovanni tutte le erbe sono sante'
.
mercoledì 6 marzo 2019
martedì 5 marzo 2019
venerdì 1 marzo 2019
giovedì 28 febbraio 2019
PRIMAVERA VIEN DANZANDO!
venerdì 15 febbraio 2019
La canzone dell'amore perduto - Fabrizio De Andrè
E dopo San Valentino una delle più belle canzoni d'amore mai scritte
domenica 3 febbraio 2019
IL SENSO DELLA NEVE
Una notte d'inverno con la luna
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venerdì 25 gennaio 2019
Giornata della Memoria
Dedicata a Lidia Rolfi Beccaria, deportata a Ravensbruck a diciott'anni, questa canzone che amava tanto:
'Coltivo una rosa bianca
a luglio come in gennaio
per l'amico sincero
che mi dà la sua mano franca
A chi mi vuol male e mi stanca
questo cuore con cui vivo
cardi nè ortiche coltivo
coltivo una rosa bianca'
'Coltivo una rosa bianca
a luglio come in gennaio
per l'amico sincero
che mi dà la sua mano franca
A chi mi vuol male e mi stanca
questo cuore con cui vivo
cardi nè ortiche coltivo
coltivo una rosa bianca'
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