venerdì 25 dicembre 2020
giovedì 24 dicembre 2020
domenica 20 dicembre 2020
STOPPIE
Coi piedi nella neve
lontane dalle stelle
aspettano un'altra tormenta
che le seppellisca per sempre
loro ormai senza frutti
ultimo retaggio
di ciò che è stato
di una vita finita
dentro a un robot d'acciaio
che ha tagliato
chi più chi meno
non uno sguardo
non una scelta
non un destino
restare ancora un po'
figure sconfitte non finite
croci scure
in piedi barcollanti
nere di paura
e un ricordo almeno
di verdi foglie e
dorate pannocchie
di grossi grani turgidi
di foglie mosse al vento
di nidi nascosti e
uccelli timidi a sfiorarle
un attimo di blu
e poi il bianco
senza profumo
il bianco assoluto
G.T.
lunedì 7 dicembre 2020
John my Love
«L'esplosione del dolore, della sorpresa e della devastazione collettiva che ha seguito la morte di Lennon ha avuto la stessa risonanza ed intensità della reazione all'uccisione di una figura di statura mondiale: un politico audace e popolare come John o Robert Kennedy, o un leader spirituale, come Martin Luther King. Ma Lennon era una creatura di poetica metafora politica, e la sua coscienza spirituale era diretta verso l'interno, come un modo per nutrire ed ampliare la propria forza creativa. Ecco cosa ha creato sconcerto, e fatto la differenza, lo shock della perdita della sua immaginazione, delle tracce penetranti e pervasive del suo genio, ed è stata proprio la perdita di tutto ciò, in modo così brusco e terribile, che è stata pianta la scorsa settimana in tutto il mondo». — Jay Cocks, Time, 22 dicembre 1980[39]
domenica 22 novembre 2020
Ciao Mamma, ti ricordo in un giorno di sole
Oggi 22 novembre è il giorno più brutto dell'anno da quando te ne sei andata inaspettatamente nel 1976. Senza la tua dolcezza, la tua pazienza e la tua generosità ci è mancata la radice e il ceppo, papà non ce l'ha fatta e ti ha raggiunto dopo soli nove mesi. A fine aprile avresti compiuto100 anni. Come saremmo stati felici di festeggiarti e chissà quante prelibatezze ci avresti ancora preparato tu che eri l'indiscussa regina del buon cibo' ! Voglio ricordarti così come ti ho vista sempre, bella e giovane... tu che vecchia non sei riuscita a diventare. Mentre sorridi alla vita nel luglio del '48, io non avevo ancora iniziato le elementari e mi avevi portato al mare con te. Eravamo a Alassio e avevi quel meraviglioso vestito bianco un po' cinematografico, con delle figurine stilizzate che mi facevano passare il tempo a immaginare delle storie. Una di esse mi sembrava una ragazza col cagnolino al guinzaglio che adesso non riesco più a vedere. Forse erano solo fantasie di una bimba desiderante, così l'anno seguente per la promozione ebbi in dono un barboncino nero, Bambi.
Sono passati 44 anni e ho imparato abbastanza dalla vita, nel bene e nel male, ma mi accorgo che ancora tanto avrei da chiederti e tanto da raccontarti. A dopo! Gloria
sabato 21 novembre 2020
giovedì 12 novembre 2020
La sera è ormai notte
lunedì 9 novembre 2020
Anima in fiore
💚 Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici, sono gli affascinanti giardinieri che rendono la nostra anima un fiore.
sabato 31 ottobre 2020
A chi non c'è più
+
Ti amerò come le praterie amano la primavera
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
GILBRAN
giovedì 22 ottobre 2020
sabato 10 ottobre 2020
"Guardiamo il mondo una volta, da piccoli. Il resto è memoria."
Claudio Giunta
http://www.claudiogiunta.it
Una poesia molto bella di Louise Glück, premio Nobel per la
letteratura 2020 (dall'antologia "Lettere al futuro")
Di Claudio Giunta
Con Nora Calzolaio e Bianca Barattelli (e molti altri aiutanti, a cominciare dalla redazione di DeAgostini Garzanti
Scuola) abbiamo fatto una antologia per il biennio delle scuole superiori. Si intitola "Lettere al futuro". La sezione
che s'intitola "10 poesie molto belle, più una" si apre con una poesia (molto molto molto bella, infatti) di Louise
Glück, che ha appena vinto il Nobel. Eccola, con un mini-commento molto didattico.
Louise Glück, Nostos
C’era un melo nel cortile –
saranno forse
quarant’anni fa – dietro,
solo prati. Ciuffi
di croco nell’erba umida.
Stavo a quella finestra:
fine aprile. Fiori di primavera
nel cortile del vicino.
Quante volte, davvero, l’albero
è fiorito nel giorno del mio compleanno,
il giorno esatto, non
prima, non dopo? L’immutabile al posto
di ciò che si muove, di ciò che evolve.
L’immagine al posto
della terra inarrestabile. Che cosa
so di questo luogo,
il ruolo dell’albero per decenni
preso da un bonsai, voci
che vengono dai campi da tennis –
Terreni. L’odore dell’erba alta, tagliata di fresco.
Quello che uno si aspetta da un poeta lirico.
Guardiamo il mondo una volta, da piccoli.
Il resto è memoria.
There was an apple tree in the yard --
this would have been
forty years ago -- behind,
only meadows. Drifts
of crocus in the damp grass.
I stood at that window:
late April. Spring
flowers in the neighbor's yard.
How many times, really, did the tree
flower on my birthday,
the exact day, not
before, not after? Substitution
of the immutable
for the shifting, the evolving.
Substitution of the image
for relentless earth. What
do I know of this place,
the role of the tree for decades
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domenica 4 ottobre 2020
martedì 22 settembre 2020
sabato 19 settembre 2020
venerdì 11 settembre 2020
mercoledì 9 settembre 2020
giovedì 3 settembre 2020
mercoledì 26 agosto 2020
Cesare Pavese Le piante del lago
lunedì 17 agosto 2020
giovedì 13 agosto 2020
martedì 11 agosto 2020
La Ginestra, fiore della luce solare
Per gli antichi Celti rappresentava il sole nell'equinozio di primavera. E ben lo capisce chi abbia percorso un sentiero fra le ginestre in un giorno sereno, per quel senso di immersione totale nella luce solare incarnata in un giallo talmente intenso da abbacinare lo sguardo. I graziosi fiori, ricercati dalle api, posano su eleganti fusti stilizzati e senza foglie, graficamente puri, composti in mazzi rustici di grande leggiadria pur nella loro selvaticità, emanando una fragranza lieve e penetrante, il profumo del sole e dell'estate.
Fin dai tempi antichi la Ginestra o Genista era assai nota negli usi popolari, non tanto alimentari (perché parzialmente tossica a causa di alcuni suoi alcaloidi, in particolare la sparteina) bensì artigianali quali l'uso tintorio o per ricavarne le fibre per corde o sacchi, indumenti, calzature e scope (nella tradizione nordica erano di ginestra le scope delle streghe). Il Mattioli, scienziato senese del sedicesimo secolo, elenca tra gli scopi non medicinali della pianta anche quelli di far da esca al fuoco dei 'villani' e di essere utile per 'legar le vigne' .
Delicata da maneggiare in medicina (non certo adatta ad un familiare 'fai da te') per la pericolosità di alcuni suoi componenti tra i quali una particolare resina dalle proprietà vasocostrittrici, chiamata un tempo 'adrenalina vegetale', che aumenta la pressione arteriosa. Pertanto solo su prescrizione medica può essere utilizzata come tonicardiaco, diuretico, purgativo, antivelenoso. A conferma di quest'ultimo uso, è curioso ricordare come nell'antichità i pastori avessero notato che le pecore morse dalle vipere restavano indenni se avevano brucato la ginestra. Meno problematico l'utilizzo del ginestrino anche detto ginestrina, trifoglio giallo a cui vengono attribuite capacità sedative simili a quelle della passiflora.
E' proprio dal celtico 'gen' ovvero 'cespuglio' che origina il suo nome associato alla stirpe angioina dei Plantageneti (da 'planta genista' nome medioevale della ginestra) di cui cui si ricorda Goffredo il Bello che ne portava sul cappello un ramoscello. E ancora, sempre tra leggenda e storia, un altro Plantageneto Goffredo V Duca d'Angiò, fondatore della stirpe per aver inserito questa pianta nel suo stemma, pare espiasse la propria colpa di fratricidio fustigandosi con rami di ginestra. Mentre nel 1234 san Luigi fondò in Francia l'Ordine della ginestra col motto 'Dio innalza gli umili', che allude con evidenza alla propensione e alla capacità di questa leguminosa di vivere e prosperare in terreni sassosi, aridi e scoscesi, poveri di acqua e di sostanze nutrienti. Icona di valori come resilienza, forza e dignità, da qui tutta una serie di simboli araldici che si rifecero alle virtù di questa pianta, anche nei secoli successivi.
Consacrata nella letteratura da Giacomo Leopardi “Tuoi cespi solitari intorno spargi, / Odorata ginestra, / Contenta dei deserti.” Allegoria senza tempo, attualizzata dalla pandemia che ci affligge, quella del 'fior gentile' che, senza pretese, si adatta alle difficoltà abbarbicandosi a quel poco che trova. Un travalicare la desolazione dell'esistenza, nonostante la fragilità delle condizioni esterne, con la soavità del profumo e della luminosità che questa pianta solare riesce a espandere verso il cielo e verso l'alto.
Distinguere tra le numerosissime specie indicate come Ginestre sarebbe arduo ma tra di esse meritano una citazione almeno quelle, così connotate, che abbondano comunemente lungo le nostre zone alpine e prealpine, sia sul versante interno che in quello che guarda il mare. Ed è proprio lungo quest'ultimo che, largamente naturalizzata e in espansione, troviamo la rustica e robusta Ginestra comune anche nota come Ginestra odorosa o di Spagna (Spartium junceum) dall'aspetto nudo perché le sue foglie cadono poco dopo esser spuntate, mentre altre colonie di Fabaceae spontanee ci mostrano la Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius) dai fiori un po' più grandi, usato per fare scope o legna e carbone, diffusa anche in Alta Langa; la Ginestra genovese (Genista januensis) dalla fioritura precoce e distinguibile per i giovani fusti triangolari, nonchè l'inconfondibile Sparzio spinoso (Calicotome spinosa) impenetrabile perché, lo dice il nome, spinosissimo quanto il cosiddetto Ginestrone (Ulex europaeus) re dei prati e degli incolti, usato un tempo come combustibile. In Liguria le ginestre vengono chiamate indistintamente anche Ciantagalettu (Cantagalletto), forse per l'aspetto del fiore vagamente riconducibile a cresta e bargigli. Un' attenzione particolare merita la Ginestra cenerina (Genista cinerea) così chiamata per l'aspetto conferitole da un'impercettibile peluria di cui è ricoperta: questa specie diffusa nell'area mediterranea (Provenza e Ponente ligure) si estende in Piemonte, tra le Alpi Marittime e le Cozie meridionali, nel nostro meraviglioso territorio naturalistico (lo Viol dal Genisté a San Michele di Prazzo) considerato il più a nord d'Europa per questa leguminosa. Altre varietà che si rifanno alle Genisteae, a volte anche erbacee, ginestrelle e ginestrini, presenti in collina e in montagna, oltre al classico giallo oro, variano per le colorazioni che vanno dal bianco al lilla, dal rosa al rosso corallo, di grande effetto decorativo nei giardini all'inglese.
(Gloria Tarditi per 'di fiore in fiore' su Dragone del luglio 2020)
venerdì 7 agosto 2020
Summertime
domenica 2 agosto 2020
domenica 26 luglio 2020
domenica 19 luglio 2020
mercoledì 8 luglio 2020
Ennio Morricone nel suo Paradiso
Buon viaggio Maestro verso quel Paradiso che ci avevi già fatto intravvedere nelle tue straordinarie musiche!
martedì 7 luglio 2020
Risveglio d'estate
questa mattina...mi son svegliata...e ho trovato...questo sol!
(da cantare sull'aria di Bella ciao!!)
martedì 23 giugno 2020
I MAZZOLINI 'portafortuna' di SAN GIOVANNI
Di solito il mazzolino 'portafortuna' era scaramanticamente composto da erbe in numero dispari , mediamente di sette o nove, reperibili in loco. Non poteva mancare il luminoso Iperico (Hypericum perforatum L.) dai fiori a cinque petali di un impareggiabile giallo splendente, l’Erba di San Giovanni per antonomasia, molto usato nella medicina popolare perché ricco di molteplici proprietà toniche, stimolanti e antidepressive superiori a quelle dei più noti farmaci di sintesi. La Lavanda o Lavandula spica, nome che deriva dall'uso di aggiungerla all'acqua in cui lavarsi, amante dei terreni sassosi e aridi nelle Alpi Marittime, nel Cuneese e in Provenza, con i minuti fiori blu-violetti da essiccare per profumare la biancheria, anche detta Spighetta di San Giovanni, calmante e antisettica. E poi tra le altre aromatiche del luogo, la Mentuccia, digestiva e lievemente afrodisiaca, la Verbena, antidolorifica e per facilitare il parto, la Camomilla selvatica, lenitiva e schiarente per capelli. Malva, Salvia, panacea di ogni male di cui si dice 'come può morire chi ha la salvia nel proprio orto?', Viola e Rosmarino, annoverate anche tra le erbe per “l'acqua di San Giovanni” che le nonne preparavano esponendo alla luna, in una bacinella con acqua di sorgente, fiori e foglie per ottenere, nella notte miracolosa, salute, bellezza, fecondità e lunga vita. Sempre dedicate al Santo, da cui prendono anche il nome, l’Artemisia comune (Arthemisia vulgaris) o Corona di San Giovanni e l'Arthemisia Absinthium, più nota col nome di Assenzio (detta anche Cinto de San-Jan) dalle proprietà sedative della quale si narra che fosse stata donata alle donne da Artemide per regolarne il ciclo e aiutarle nei parti difficili, invece vietata alle puerpere durante l'allattamento perché conferiva al latte un sapore sgradito ai neonati. L’Edera terrestre (Hedera Helix) o Cinghia di San Giovanni, rampicante comune su muri, rupi e tronchi d'alberi con nere bacche velenose, adoperata solo per uso esterno in pomate e tinture per capelli, o per rafforzare i legami amorosi, nascosta sotto il letto matrimoniale assicurava ai coniugi eterna fedeltà reciproca. E infine l'elegante e misteriosa Felce (Dryopteris filix-mas)) che, pur priva di infiorescenze, è nota nella leggenda come il mitico 'fiore d'oro' della notte di San Giovanni: i suoi semi porterebbero ricchezza e abbondanza a chi li trova o addirittura aiuterebbero a scoprire un tesoro.
sabato 20 giugno 2020
Rosa al solstizio
nei rami di sabbia,
giovedì 18 giugno 2020
mercoledì 17 giugno 2020
giovedì 4 giugno 2020
mercoledì 3 giugno 2020
Torna il Papavero tutto 'seta e fuoco'
lunedì 1 giugno 2020
domenica 31 maggio 2020
Siamo Alberi (Zoographico)
Laboratorio artistico condotto da Francesca Reinero a Boves nel dicembre 2014
domenica 24 maggio 2020
domenica 17 maggio 2020
BIANCOSPINO, L'ALBERO DI MAGGIO
Il Biancospino coi suoi densi corimbi bianco-rosati 'dall'aria distratta' immortalata da Proust così come quel suo inconfondibile profumo 'untuoso' delicato ma non sempre da tutti gradito, fiorisce di maggio. Il mese che i Celti vollero dedicare, nel loro Calendario degli alberi, proprio a questo familiare arbusto dalle spine chiare e dai fusti intrecciati. Alba spina, come lo chiamarono i Romani, appartiene alla famiglia delle Rosacee con il termine linneiano Crataegus, dal greco Kratos cioè Forza, a motivo della durezza del legno e della longevità della pianta.
venerdì 15 maggio 2020
domenica 10 maggio 2020
martedì 5 maggio 2020
UN CONNUBIO PREZIOSO
sabato 2 maggio 2020
lunedì 27 aprile 2020
Mamma coi narcisi!
sabato 25 aprile 2020
RICORDO DI ADRIANA FILIPPI pittrice della Resistenza
https://zoographico.blogspot.com/2020/04/adriana-filippi-reporterhttps://-reporter-di-guerra.html
giovedì 23 aprile 2020
martedì 21 aprile 2020
TRA LE FOGLIE • Canzone per Lingueglietta
Grazie Chiara per questa meravigliosa poesia che hai scritto e cantato per la nostra amata Lingueglietta. 'Un paese ci vuole' , l'ha scritto Cesare Pavese ne 'La luna e i falò'
mercoledì 15 aprile 2020
L' alba di oggi
domenica 12 aprile 2020
Il Fiore dello Spirito Santo
venerdì 10 aprile 2020
Pasqua 2020, un sogno d'aprile
Questa Pasqua di aprile 2020 ci viene rubata dal coronavirus....ma insieme ce la faremo. Andrà tutto bene!
mercoledì 8 aprile 2020
giovedì 2 aprile 2020
Il Tarassaco o Dente di Leone, poche pretese e molte virtù
Virasul o Dente di Leone in fiore |
( da 'A San Giovanni tutte le erbe sono sante' ebook in rete )