lunedì 5 settembre 2022

Nel bosco dell'anima

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Riscoprire d'estate il fascino dei boschi L'estate calda e siccitosa ci ha fatto largamente apprezzare il fascino antico del bosco, luogo dell'anima, meno gettonato rispetto ad altre mete turistiche più variegate, ma ideale per trascorrere serene ore di vacanza nei giorni lunghi e afosi. Nel bosco per camminare contemplando, in una sinergia ideale, gli alberi, habitat di tanti mondi animali e vegetali. Faggi, castagni, querce, betulle e pini ma anche sambuchi, salici e gaggie, per non parlare dell'ormai onnipresente alianto, piante che generosamente crescono e si infoltiscono per difendersi insieme, l'una con l'altra, dai venti forti proteggendo dal sole il sottobosco, umido al punto giusto per funghi, muschi e altre creature. 'Il bosco dove gli alberi si tengono compagnia' (grazie Adriana B.) e dove, aggiungiamo noi, ci tengono compagnia: quella vera, fatta di silenzi e sussurri più che di parole, di luci e ombre sempre pronte a rischiararsi con un soffio d'aria, di profumi e incontri inaspettati, di scoperte e sorprese che ci illuminano il cuore e ci spingono ad andare avanti, oltre la siepe. Con un occhio al divertimento e l'altro alla salute, problema non del tutto risolto in questo infinito strascico di pandemia, è al bosco che si vorrebbe tornare per il piacere di rivivere la magia di un tempo antropologico, 'sacro e circolare', riportato alla ribalta attraverso iniziative naturalistiche e culturali che incontrano il favore di giovani e meno giovani. Conifere e latifoglie, sempreverdi o no, grande è la varietà di alberi e arbusti nel nostro bellissimo territorio alpino, di qua e di là il confine, fin lungo il versante marino, quello più sognato e desiderato da 'noi che siamo un po' così quando vediamo Genova', come sostiene il mitico Paolo Conte. Il bosco, come la vita, non facile da percorrere, è ormai un'attraente meta del turismo verde, palestra per la conoscenza della natura e non solo. Abbracciare un albero non è solo un gesto infantile che ci gratifica ma scarica perfino dalle tensioni e dà energia positiva almeno come un buon successo. Così ci son state svelate le intelligenti connessioni sotterranee delle radici, il più incredibile sistema di comunicazione resiliente, indispensabile alla sopravvivenza di specie, che ha tanto da insegnare a noi umani, ahimè sempre meno umani. Dal nostro piccolo castagneto domestico al grande parco alpino, è buona regola portar rispetto alla terra che si calpesta. Un basilare abbecedario ci insegna come alcuni semplici comportamenti servano a non danneggiare le piante. A non raccoglierne ad esempio tutti i fiori o a non asportare rocce, minerali e tanto meno resti fossili e reperti archeologici. A non recare disturbo agli animaletti selvatici, se si ha la fortuna di incontrarli, avvicinandoli senza far rumore, con cautela, evitando la presenza dei propri animali da compagnia, cani o gatti o altri che potrebbero spaventarli. Mai accendere fuochi o campeggiare dove non previsto e soprattutto mai lasciare segni del nostro passaggio. Il bosco è anche cultura come si deduce dalla vastissima storia degli alberi, dai loro usi nell'alimentazione e nella medicina popolare, nonché dalle credenze che hanno originato un'antica saggezza fatta di osservazione e sperimentazione quando forse non si sapeva ancora che quelli erano i parametri. Così scrive Jacques Brosse, enciclopedista francese di grande curiosità intellettuale, a proposito della Fitoterapia: “una scienza antichissima che ha cessato di essere incompatibile con quella moderna da quando la biochimica ha finalmente spiegato che l'ombra del noce potrebbe essere funesta, perché la corteccia del salice protegge dai reumatismi, o come mai la linfa della betulla elimina l'acido urico.” James Hillmann, psicoanalista americano erede di Jung, era solito curare i suoi pazienti non nel classico studio medico bensì a passeggio nei boschi che riteneva luoghi quanto mai benefici per 'fare anima', basilare per la guarigione di quelle patologie che riteneva si potessero trattare attraverso 'immagini' tali da indurre alla 'consapevolezza'. Antesignano della letteratura verde è il romanzo 'Vita nei boschi' di H.D.Thoreau, pubblicato per la prima volta nell'agosto del 1854, in cui l'autore sviluppa nell'arco di due anni, due mesi e due giorni, la sua ricerca di un rapporto di fusione con la natura per realizzarsi interiormente e 'riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici'. (Gloria Tarditi su DRAGONE agosto 2022)

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