mercoledì 3 giugno 2020

Torna il Papavero tutto 'seta e fuoco'



Dopo anni in cui se ne era persa traccia a causa dei diserbanti, i rossi papaveri son tornati nuovamente a infestare festosamente i nostri campi! Meno fitti e invasivi di quando eravamo bambini, e nemmeno folti come li dipinse Monet (era il 1873) leggiadri e scossi dal vento ad Argenteuil. Meglio che niente, purché il nostro amatissimo papavero, il Papaver rhoeas L. “intensamente semplice, intensamente floreale, tutto seta e fuoco” come lo descrisse John Ruskin, sia di nuovo discretamente presente e ci rassicuri che l'estate, nonostante i disastri climatici, è sempre 'la bella stagione'. Assai rari i papaveri bianchi o viola-rosati, rarissimi i gialli delle specie 'P.alpinum', sono invece i comuni papaveri selvatici a prendersi la scena tra luglio e agosto. Con impalpabili corolle rosso fuoco a quattro larghi petali macchiati di scuro dai tanti stami nerobluastri, ondeggiano sui pelosi fusti colmi di lattice tingendo di allegria i terreni più poveri e i campi assolati. Anche noti come rosolacci, 'li rousello fan faire de gros iòu i galino' si diceva in Languedoc ai tempi di Mistral, e anche paraplèu. In occitano anche 'Donno' (Sampeyre) con alcune varianti nelle varie vallate alpine: Dono, Madono (Aisone), Bela dona (Argentera), Madonna, Madonne, Fiore della madonna (Chiomonte), Dona (Entracque), Cara madonno (Monte Rosso Grana), Signora (Novalesa), Madone rosse (Oncino), Madonne (Piasco), Madone (Villar Pellice), ( Atlante Linguistico Canobbio & Telmon ).
A Boves il 'guinness' per la dizione più stramba: Donapapala, come ci segnala il prezioso glossario di Fausto Giuliano e A.Ruiu. Forse un ricordo della medicina popolare che proponeva il papavero come blando decotto bechico e sedativo da mescolare perfino alla pappa dei neonati, per farli dormire quando d'estate le donne andavano a lavorare le campagne oltre a sbrigare le faccende domestiche. E proprio dal celtico 'papa' sembra origini il suo nome. Infatti tra le prerogative del Papavero comune, e non soltanto del tipo P. somniferum, spontaneo in Asia con proprietà narcotico-stupefacenti, vi è quella di aiutare la distensione e indurre il sonno in chi ne faccia uso, caratteristiche che l'hanno associato nell'immaginario popolare a difetti quali pigrizia, misantropia e mollezza di carattere.
In occitano l'attribuzione di questa erbacea alla figura femminile si riferisce sicuramente alla straordinaria fertilità del fiore che mediamente produce da diecimila a ventimila semi, vitali per circa 40 anni, germinanti su stimolo luminoso in autunno. Quanto al richiamo sacro alla Madonna osserviamo come, in men che non si dica, boccioli e capsule di papavero possono esser trasformati, con un po' di abilità manuale e di fantasia, in graziose 'madonnine' . Talvolta per motivi ludici (chi non ha mai giocato da piccolo a creare bamboline e ballerine rovesciando la corolla a mo' di gonnella per evidenziarne la capsula a mo' di busto di damina ?) ma soprattutto nelle tradizioni folcloriche popolari per addobbi ed ornamenti con funzioni apotropaiche.
Il papavero non ha profumo ma dai suoi petali ricchi di antociani si ricava una tintura rossa usata molto per i tessuti. Colore del fuoco e simbolo del potere, stigmatizzato nella leggenda romana da Tarquinio il Superbo che fece abbattere i papaveri più alti del suo giardino quale monito verso i cittadini che avevano osato minare il suo regno. Stessa strategia resa popolare molti secoli dopo nella canzonetta “Papaveri e papere”, classificatasi al secondo posto al Festival di Sanremo del 1952, in cui i politici vengono paragonati a 'papaveri' che 'son alti, alti, alti'. In cucina, luogo di poteri meno arroganti e certo più intriganti, del papavero sono usati i minuscoli semi per aromatizzare pane e dolci oltre che per trarne dalla spremitura un olio con notevoli qualità dietetiche. Anche le foglie primaverili stufate costituiscono un originale ingrediente per farcire sfiziose focacce e crèpes, oppure semplicemente come raffinato contorno per carni o altro, ottimo sostituto dei più affermati spinaci. Apprezzabile seppur meno noto è il delizioso liquorino fatto con petali di papavero e cannella, gradevole da sorseggiare dopo una cenetta, possibilmente in casa, poiché oltre che digestivo è anche lievemente soporifero.

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